Passio
Esistere significa manifestarsi al mondo così come non siamo. Questo non-essere si manifesta nella relatività dell’esistenzialismo: esistono dunque di noi molti “io” e molti “sé” che mutano col mutare dell’ambiente nel quale ci troviamo, degli accadimenti che ci circondano, delle persone che interagiscono con noi. L’artista più di altri è “vittima” della relatività esistenziale: ogni opera d’arte che riesce a produrre, che sia una performazione effimera o un monumento imperituro, è una nuova epifania che traccia dell’autore il percorso di crescita emotivo, filosofico ed estetico. Ecco, dunque, che più di ogni altro luogo, lo studio e gli attrezzi del mestiere sono per l’artista il “giardino della rigenerazione”; un luogo che egli costruisce a sua immagine e somiglianza fin nei minimi dettagli e che lo rispecchia nella sua umana nudità; il luogo dove, spogliato dei molti sé, l’artista attende alla costruzione di una sua rinnovata epifania.
Strade piene, cuori vuoti: l'ingiustizia cammina tra noi ogni giorno.
Peso del legno, come il peso del mondo moderno.
Marcia rituale: potere e popolo si confondono nella notte.
L'ingiustizia globale pesa su ogni passo
Ritmi infranti: il corpo come campo di battaglia
Folla in marcia: il mondo cerca pace tra luci instabili.
Croce in corsa: giustizia rincorsa tra muri e silenzi urbani.